Brut non significa spumante secco. Questa è l’affermazione da cui occorre partire per sanare alcuni equivoci che perdurano nel mondo dei consumatori in relazione allo spumante dolce e meno dolce.
Prenditi due minuti e in poche righe potrai finalmente avere le idee chiare su cosa sia davvero uno spumante dolce e cosa, invece, uno spumante secco.
Ogni vino spumante può essere prodotto con i tre metodi di cui abbiamo ampiamente parlato in questi pezzi:
Ogni vino spumante può essere quindi classificato in base al metodo con cui è stato prodotto, ma non solo. Infinite volte avrai visto sulle bottiglie di vino spumante la dicitura: Brut, Dry o Extra-Dry. Purtroppo su questi termini c’è ancora tanta, troppa disinformazione.
Spumante dolce o secco: che cosa significa?
Semplificando all’osso la questione: oltre che in base al metodo di produzione il vino spumante può essere classificato in funzione della quantità di residuo zuccherino presente nel prodotto finale, zucchero presente a causa del cosiddetto dosaggio: il composto con cui viene ricolmata la bottiglia prima della tappatura.
I vari termini come Brut, Dry o Extra-Dry non sono altro che i nomi di alcuni gradini che compongono la scala della dolcezza dei vini con le bollicine.
Come puoi vedere dalla tabella di seguito, il Brut non è il tipo di vino spumante “più secco” che esista e, anzi, proprio negli ultimi anni la richiesta di Pas Dosé – il vino spumante senza residuo zuccherino, quindi completamente secco – sta crescendo.
Nome | Residuo Zuccherino (grammi/litro) |
---|---|
Brut nature, Pas dosé o Dosage Zéro |
Inferiore a 3 g/l |
Extra Brut | Inferiore a 6 g/l |
Brut | Inferiore a 12 g/l |
Extra Dry | Tra 12 e 17 g/l |
Dry o Sec | Tra 17 e 32 g/l |
Demi-Sec | Tra 32 e 50 g/l |
Dolce o Doux | Superiore a 50 g/l |
Non esiste un grado di dolcezza migliore, ma ogni prodotto può essere utilizzato con successo in un abbinamento a diverse preparazioni gastronomiche.
Lo spumante Brut il più delle volte non si abbina a una torta dolce
La consuetudine di abbinare uno spumante Brut a un dolce, ad esempio, si scontra con i precetti dell’abbinamento cibo-vino. Risulta quasi sempre vincente la scelta di abbinare una pietanza dolce con uno spumante dolce, per “concordanza”.
Per dovere di completezza, c’è da dire che i confini tra una riga e l’altra della tabella sono labili, poiché esistono sovrapposizioni tra i gradini di questa scala, e anche perché è manifesta una certa libertà – da parte del produttore – nell’assegnare un vino all’una o all’altra categoria (Dry, Extra Dry, ecc.).
E questo accade spesso in funzione delle sue esigenze di posizionamento del prodotto, quindi in base a una logica di tipo commerciale.
La legge lo permette, poiché se è previsto che uno Spumante Brut abbia meno di 12 g/l di zucchero e il mio spumante ha 0 g di zucchero, allora ho tutto il diritto di riportare in etichetta la dicitura Brut, al pari di Extra Brut, Brut Nature e Pas Dosé o Dosaggio Zero.
Spumante dolce o secco: quale scegliere?
Se la tua esigenza è quella di capire quale tipologia di spumante scegliere – dolce o secco – per la una determinata occasione, allora tieni conto del momento in cui lo utilizzerai. Ecco due consigli abbastanza generici:
- se utilizzerai lo spumante come aperitivo, magari accompagnato da stuzzichini salati, allora orientati su uno spumante secco.
- se utilizzerai lo spumante a fine pasto in abbinamento con un dolce, magari con la classica torta per un’occasione speciale, allora scegli uno spumante tendenzialmente dolce.
Vi sono ovviamente delle eccezioni: non ti nego di aver goduto di un abbinamento che contemplava un moscato secco in accoppiata a un dolce con la ricotta. Ma parliamo di un terreno insidioso adatto agli appassionati più navigati ed esperti.
Con quanto detto spero che le tue idee siano più chiare, se hai altre curiosità non esitare a scriverci e cercheremo di integrare questo contenuto con le risposte alle tue domande.
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