Il formato da 75 centilitri è pressoché uno standard, ma perché la bottiglia destinata alla conservazione del vino ha proprio questa capienza?
Le bottiglie di vetro per la conservazione del vino sono in uso da circa 300 anni. Prima del 1700 il vino veniva conservato in recipienti di svariati materiali: legno, terracotta, cuoio, ceramica, etc. L’adozione diffusa del vetro è tuttavia più recente (XIX sec.) e la capienza, abbastanza omogenea in giro per il mondo, variava tra 0,7 litri e 0,90 litri.
Perché proprio questa capacità della bottiglia? Perché proprio 0,75 cl o giù di lì?
La verità è che non esiste una sola risposta accreditata, ma ci sono diverse ipotesi:
Ipotesi numero 1: i galloni imperiali
Questa unità di misura ci arriva dagli inglesi che misuravano il volume in galloni imperiali. Ogni gallone valeva 4,5 litri. Ogni cassa di vino conteneva 2 galloni, che divisa in 12 bottiglie dà come risultato 75 centilitri ognuna.
Ipotesi numero 2: la capacità dei vetrai
Il vetro era soffiato “a bocca” dai vetrai e la forza dei loro polmoni permetteva di realizzare in un sol colpo bottiglie della capacità massima che si attestava sui 0,75 litri.
Ipotesi numero 3: il bicchiere da osteria
Una bottiglia di questa grandezza (0,75 l) contiene esattamente 6 bicchieri da 0,125 l (bicchiere tipico da osteria).
Le normative
Fatto sta che in tempi recenti (1975) la normativa europea prevedeva le seguenti capacità delle bottiglie di vino:
- 25; 37,5 ; 50; 75 cl;
Oggi sono invece ammesse anche ulteriori dimensioni: ecco un approfondimento sulle altre dimensioni delle bottiglie di vino.
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