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Che cos’è il Moscato di Saracena?

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Il Moscato di Saracena è un vino passito prodotto quasi esclusivamente nel comune di Saracena, in Calabria, vinificando uve guarnaccia, malvasia, odoacra e moscatello. Scopri di più su questo vino prodotto sin da tempi antichissimi nei pressi del parco Nazionale del Pollino.

 

 

Il Moscato di Saracena

 

 

Il Moscato di Saracena è un vino passito prodotto quasi esclusivamente nel comune di Saracena, in Calabria.

 

Quali sono i vitigni per la produzione del Moscato di Saracena?

Il Moscato di Saracena si produce vinificando uve guarnaccia, malvasia, odoacra e moscatello: un vitigno locale davvero unico la cui coltivazione solo a Saracena raggiunge elevati livelli qualitativi, sebbene si registrino recenti sperimentazioni anche fuori dai confini calabresi, ad esempio in Puglia.

 

Il Moscato Passito di Saracena

Le percentuali tra le varie uve possono essere diverse, ma in genere prevalgono guarnaccia e malvasia e si aggiunge solo una piccola quantità di odoacra, vitigno dall’uva molto profumata e aromatica.

 

Il moscatello, raccolto ad un certo punto della sua maturazione, usualmente nella prima decade di Ottobre, viene appeso su graticci ombreggiati per l’appassimento 15-20 giorni, passaggio che consente di concentrarne zuccheri e aromi.

Come si produce?

Si procede quindi alla selezione degli acini migliori, eliminando quelli ammuffiti o comunque difettati. Segue una pigiatura molto leggera, effettuata a mano, da cui si ottiene il secondo mosto.

 

Il mosto cotto –  concentrato attraverso la bollitura che porta fino alla riduzione di un terzo del volume del liquido –  di uve Guarnaccia e Malvasia viene aromatizzato dalle vinacce di uve appassite di Moscatello di Saracena e Duraca (lo zibibbo calabrese).

 

Le uve di Moscatello di Saracena e Duraca vengono raccolte a fine agosto/inizi di settembre, per farle appassire per circa un mese. Queste uve appassite vengono selezionate e schiacciate manualmente, chicco per chicco, e immerse nel mosto cotto, così da aromatizzarlo e grazie ai propri lieviti innescano la fermentazione.

 

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Seguono alcuni travasi e dopo circa sei/sette mesi si passa alla fase di imbottigliamento.

 

Ringrazio Alessandro delle cantine Viola per le gentili precisazioni circa il metodo di produzione.

 

Caratteristiche

Grazie a questa procedura di ottiene un vino splendidamente ambrato, dal profumo intenso, con nette note resinose e aromatiche oltre che con spiccati sentori di fichi secchi, frutta esotica, mandorle e miele. Elegante e fine al palato, discretamente persistente, di buon equilibrio. Denota una piacevole nota amarognola nel finale.

 

Questo vino è  prodotto di sole 7 aziende, di cui le prime 5 sono Presidio SlowFood,  ovviamente a Saracena – comune all’interno del parco Nazionale del Pollino in provincia di Cosenza.

 

Le cantine produttrici del Moscato di Saracena presidio SlowFood

  • Feudo dei Sanseverino;
  • Cantine Viola;
  • Az. Agricola Diana Biagio;
  • Azienda Agricola Laurito;
  • Calabrese Giuseppe;
  • Az. Agricola Domenico Pandolfi;
  • Maradei.

 

Note di degustazione

Io ho assaggiato solo i vini di 4 produttori: Feudo dei Sanseverino, Masseria Falvo, Viola, e Peppina di Giuseppe Calabrese.

 

Il migliore per me è quello di Cantine Viola, ma anche quello di Feudo dei Sanseverino è di alto livello. Buoni, seppur uno diverso dall’altro, sono quelli di masseria Falvo (meno complesso dei primi due) e quello meno impegnativo da bere, più immediato, o meno da meditazione che è quello prodotto da Calabrese.

 

Tutti comunque estremamente rappresentativi della tipologia.

 

Piccola nota storica

Il Moscato passito di Saracena ha una storia che non è esagerato definire millenaria. Basti pensare che nel XVI secolo faceva parte della lista dei vini dell’Enoteca Pontificia: il Cardinal Sirleto (1514-1585) lo faceva spedire per nave da Scalea, affinché non mancasse mai sulla tavola di Papa Pio IV (1499-1565).

 

Citato in diversi trattati enologici dell’800, negli ultimi decenni del XX secolo non era mai andato oltre una dimensione produttiva domestica (molte famiglie di Saracena ne producevano qualche litro e tuttora lo fanno), rischiando quindi di scomparire.

 

Il principale artefice della riscoperta di questo vino è Luigi Viola, fondatore delle Cantine Viola.

 

Moscato al governo di Saracena

Il Moscato passito di Saracena lo possiamo bere grazie alla passione di alcune famiglie che hanno fatto della tradizione un vero e proprio disciplinare anche se il moscatello di Saracena, ovvero l’uva spremuta a mano dopo appassimento e selezione, non è censita nel registro delle viti italiane e vegeta solo a Saracena.

 

Il Presidio SlowFood che ha preservato il prodotto coinvolgeva sei produttori di Saracena costituiti che si erano posti come obiettivo il miglioramento della qualità complessiva della produzione, prestando massima attenzione alla coltivazione sostenibile dei vigneti. Si sono costituiti in associazione per condividere attività comuni come la comunicazione, la rappresentanza e i futuri obiettivi: l’ottenimento della Denominazione di Origine con la deroga della bollitura.

 

“L’associazione produttori di Moscato al governo di Saracena” , tra le altre cose si è posta come obiettivo di coinvolgere all’interno dell’associazione nuove cantine e giovani viticoltori mettendo a loro disposizione l’esperienza e il supporto necessario per l’avviamento della produzione di Moscato. Obiettivo raggiunto se ora ci sono circa 8 cantine a produrre questo vino.

 

Delle aziende più importanti o fondatrici della associazione solo la cantina “Feudo dei Sanseverino” usa in etichetta la dicitura “Moscato passito al governo di Saracena” sul prodotto.

 

Moscato Passito di Saracena: abbinamenti

Abbinamento tradizionale: pasticceria secca , come pasta di mandorla e bocconotti ( dolcetti di pasta frolla ripieni di marmellata di arance o confettura di uva e noce) ma anche con le crocette ( fichi secchi imbottiti con mandorle o noci e poi informati).

 

Per me : vino da meditazione o in accostamento a formaggi pecorini semistagionati anche erborinati delicati (non il blu di capra per esempio), anche se a me il blu di capra piace parecchio e quindi capita che il mio bicchiere di Moscato di Saracena ci inciampi sopra.

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Moscato passito di Saracena in abbinamento al blu di capra

Proposto da Hotel Barbieri ad Altomonte con virgole alle noci, dei biscotti secchi con noci nell’impasto cotti in forno.

 

Secondo uno dei figli di Viola, Claudio, ( quello delle Cantine Viola che producono a parer mio il miglior Moscato passito di Saracena) sarebbe ottimo con la scaloppa di fois gras.

 

 

 

 

 

 

 

Grazie a Franz Magliocco per il gentile contributo sulla sua splendida Calabria


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